Per gli animali dovrebbe rispondere uno zoologo, per le piante una botanica, per i funghi un micologo, per gli unicellulari una protistologa e per batteri e virus una microbiologa.
Leggo questo passaggio didell’artiolo La biodiversità spiegata da un marziano di Ferdinando Boero per Internazionale e non riesco a non chiedermi perché il marziano dovrebbe rivolgersi esclusivamente a zoologi di sesso maschile, a botaniche di sesso femminile, micologi di sesso maschile e così via.
C’è forse qualcosa di intrinsecamente maschile in animali e funghi e di intrinsecamente femminile in piante e batteri?
Femminili erratici a parte, l’articolo mi pare interessante; non ho ben capito che cosa c’entri il telescopio Hubble, ma lascio la questione a chi è più esperto di me.
“Femminili erratici”
Potrebbero rappresentare un esempio di quote rosa applicate zelantemente al linguaggio.
Grande servizio sugli zoo nell’ultimo numero di Focus… Una barbarie che non ci possiamo più permettere
ho scritto zoologi e botaniche perché quando eravamo cacciatori raccoglitori pare che i maschi fossero cacciatori e le femmine raccoglitrici.Ovviamente avrei dovuto scrivere cacciatori raccoglitrici. Non dico neppure più uomini o donne, cerco di dire “umani”. Inteso come esseri umani. Non ci dovrebbe essere il femminile per questo, me ne scuso. In teoria avrei potuto scrivere tutto al maschile, perché l’italiano è una lingua sessista e sarei stato corretto da un punto di vista grammaticale. Se ci sono dieci nomi femminili e uno maschile e di deve attribuire un aggettivo a tutti, l’aggettivo è al maschile. Ovviamente avrei potuto mettere a una zoologa o a uno zoologo, a una botanica o a un botanico etc. ma avrei appesantito troppo la prosa. Così ho cominciato con gli zoologi al maschile le botaniche al femminile e poi ho alternato, anche se ho dato predominio al genere femminile anche perché oggi, in biologia, le femmine prevalgono sui maschi. Ma ovviamente ho sbagliato. Chiedo perdono. Sul telescopio di Hubble ho scritto: Ho sentito con le mie orecchie lord Robert May, il consigliere della corona britannica nelle questioni scientifiche, dire che spendiamo più risorse per il telescopio di Hubble che per studiare la biodiversità a livello globale. Lord Robert May (che è un fisico) ha detto anche che quello che si può imparare dal telescopio di Hubble lo potremmo imparare anche tra cento anni, e la nostra situazione non cambierebbe di molto, mentre la biodiversità la stiamo distruggendo ora. Lo slogan potrebbe essere: se non ora, quando?
Mi pare chiaro. Scegliamo come spendere i pochi soldi che dedichiamo alla scienza in un modo discutibile, secondo Lord Robert May. Tutto qui.
Marcoz ha azzeccato il commento. Per non essere accusato di sessismo, zelantemente ho adottato le quote rosa, dando prevalenza al genere femminile. Ma ho sbagliato. Se la prossima volta le scriverò tutte al femminile mi si obietterà che l’ho fatto in modo provocatorio. Forse i problemi sono altri.
@Ferdinando Boero: Grazie per essere passato di qui. La questione del maschile/femminile è una fissa mia sul conflitto tra parità dei sessi e grammatica. Sicuramente i (grossi) problemi sono altri, ma dopotutto il blog è mio e posso permettermi il lusso di dedicarmi anche alle minuzie…
Su Hubble: quello che non mi è chiaro è perché porre l’alternativa tra Hubble e in generale la fisica e gli studi sulla biodivesità. È vero che le risorse sono finite, ma non credo che l’unica possibilità di spingere sulla tassonomia sia mettere in soffitta i telescopi…