Il messaggio del papa per la giornata mondiale della pace è lungo poco meno di venticinquemila battute.1
Non l’ho letto tutto, ma solo la parte più citata e criticata in questi giorni, quella sui matrimoni omosessuali che minacciano la pace. Ecco il passaggio, con alcuni tagli e enfasi mie:
Anche la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale.
Accuse come questa mi hanno sempre lasciato perplesso, in quanto curiosa applicazione del principio del danno, il famoso harm principle. In che misura due uomini o due donne che si sposano possono danneggiare gli altri?
Recentemente ho letto What Money Can’t Buy di Michael J. Sandel, e il filosofo di Harvard presenta un ragionamento non troppo dissimile da quello del papa: rendere possibile alcune pratiche – la commercializzazione di alcuni beni per Sandel, il matrimonio omosessuale per il papa – modifica la natura di quelle pratiche e riguarda quindi anche chi non sfrutta le nuove possibilità offerte.
Concedere agli omosessuali il diritto di sposarsi modifica il concetto di matrimonio, e ciò vale per tutti, comprese le persone non sposate. Vale, ovviamente, anche il converso: impedire agli omosessuali di sposarsi è una decisione che riguarda tutti.
Io ad esempio mi sento danneggiato da questo divieto: non riesco a capire per quale motivo io mi sia potuto sposare con la persona che amo quando due omosessuali non possono farlo.
Il punto debole è – per riprendere il messaggio papale – il passaggio da modificare “il suo ruolo sociale” a “danneggiare” e “destabilizzare” “l’insostituibile ruolo sociale” del matrimonio: che si modifichi il ruolo sociale mi pare corretto, che questa modifica sia un danno mi pare cosa da dimostrare. E non vale affermare che il matrimonio è sempre stato riservato agli eterosessuali: la tradizione – per citare Stephan Pastis – è “il motivo per fare qualcosa per cui non trovi più alcun motivo”. Non c’è alcuna struttura naturale del matrimonio; come faccia una persona intelligente come il papa a crederlo è per me incomprensibile.
- A volerlo mettere su Twitter, ci vorrebbero più di centocinquanta tweet. [↩]
Forse perché non è così intelligente? O è semplicemente il male incarnato? 😉
@fabristol: nego categoricamente la seconda possibilità: il male non esiste e quindi non può incarnarsi
Destabilizzante rispetto al loro ruolo sociale; giusto il tempo di un novello Saulo di Tarso che cade sulla via di Casablanca e si scoprirà che il messaggio evangelico era rivolto anche alla comunità omosessuale; saltare sul carro dei vincitori è una cosa che i discendenti di Pietro, per primo Paolo, hanno sempre saputo fare molto velocemente, fosse anche un carro del Gay Pride.