Una storia zen.
Allievo: Maestro, vuoi rivelarmi il senso ultimo della vita?
Maestro: Sì.
Allievo: …
Maestro: …
Allievo: Maestro, avevi detto che me l’avresti rivelato!
Maestro: L’ho appena fatto.
Molto meglio di questa filosofia spicciola.
Una storia zen.
Allievo: Maestro, vuoi rivelarmi il senso ultimo della vita?
Maestro: Sì.
Allievo: …
Maestro: …
Allievo: Maestro, avevi detto che me l’avresti rivelato!
Maestro: L’ho appena fatto.
Molto meglio di questa filosofia spicciola.
eh eh!
Lei è cinico, sa?
(Comunque, in una vera storia Zen, il Maestro avrebbe risposto “sì” anche la seconda volta :-)).
A proposito di tigri …
Sapete la differenza tra un coraggioso e un incosciente?
Tutt’e due sono capaci di prendere una tigre per le palle, solo che l’incosciente continua a stringere …
(non è una storia zen) 🙂
@zar: È un maestro zen molto didascalico.
@lector: Non è una storia zen? Spero non sia un racconto di vita… 😉
Io direi, la vera storiella zen sarebbe:
Allievo: Maestro, vuoi rivelarmi il senso ultimo della vita?
Maestro: Sì.
o meglio:
Allievo: Maestro, vuoi rivelarmi il senso ultimo della vita?
Maestro: Sì.
[…]
e l’allievo fu illuminato.
—
: D
Si può fare anche così, in effetti. A seconda che tu voglia un koan o un testo didascalico…
🙂
Nel mio essere cattolico ti sostengo nella tua guerra alla filosofia spicciola di chi confonde teologia e cosmogonia.
Avanti così!
grazie della solidarietà!
@Stefano: Lo dico senza ironia: il tuo sostegno mi fa molto piacere!
@Vaaal: La mia solidarietà (immagino ti riferisca ai tuoi commenti al post di Berlicche) si traduce soprattutto in un consiglio infernale: non ti curar di loro ma guarda e passa.
Fa piacere anche a me, Ivo!
Penso che la citazione corretta da Dante sia:
“Non ragioniam di lor, ma guarda e passa” (Inferno, Canto III)
@Stefano: Ecco cosa succede a citare senza verificare le fonti!