Siamo soliti rappresentare graficamente il tempo tramite una retta orientata: a sinistra il passato, a destra il futuro e, al centro, il presente, l’adesso.
È una rappresentazione molto comune, e come tutte le cose comuni, passa inosservata e tende a nascondere le proprie difficoltà implicite.
Una prima difficoltà riguarda l’uniformità della scala: a una determinata lunghezza, corrisponde sempre e comunque una determinata durata: un centimetro rappresenta sempre un certo numero di giorni, di ore o di minuti, appartengano questi giorni, ore o minuti ad un passato o futuro prossimi, lontani o inimmaginabilmente remoti.
Un’altra interessante difficoltà è l’impiego di una retta geometricamente infinita nei due sensi, invece di una semiretta o un segmento, limitati in uno o entrambi i versi.
Più inquietante, almeno per un occidentale, la possibilità di avere a che fare con un cerchio o una spirale, o comunque con un tracciato non rettilineo: i cicli vengono concepiti come eventi diversi che si somigliano e si richiamano, non come lo stesso evento che sempre ritorna.