Sabato mattina sono andato in edicola per acquistare il giornale per mio suocero. Era una bella giornata e sono andato a piedi.
Lungo i portici incrocio una bella ragazza in minigonna che mi abborda. Per convincermi a giocare al lotto: c’è la schedina (si chiamerà così?) già compilata a solo 2€.
Nel pomeriggio vado in un (piccolo) centro commerciale per cercare un poster da mettere in sala. Io e mia moglie non troviamo nulla che ci piaccia; in compenso ci imbattiamo in varie slot-machine (all’interno di bar e, curiosamente, di un negozio) e in un paio di distributori automatici di gratta-e-vinci.
I vari telegiornali seguono (seguivano? È un po’ che non guardo un TG) in diretta l’estrazione del superenalotto e ripropongono in sovraimpressione i numeri estratti.
Io non ho nulla contro il gioco d’azzardo: so bene che il calcolo delle probabilità è a sfavore di chi gioca, e che alla lunga non si può che perdere, ma la definizione di lotteria come tassa sulla stupidità credo sia vera solo in parte: razionalmente può essere sensato giocare, se attribuisco al piacere del gioco un valore superiore alla cifra che verosimilmente perderò.
Tuttavia questa ostentazione dell’azzardo mi pare esagerata, e vedo qualcosa di pornografico nel continuo presentarmi possibilità di tentare la sorte.
PS Il titolo dell’articolo non intende sostenere che il gioco d’azzardo sia una peculiarità delle italiche genti: ho il sospetto che trasferirsi all’estero non serva a nulla.
Siamo alle solite.
In realtà non conosco nessuno che davvero gioca sapendo coscientemente che perderà a lungo termine. Anzi in realtà direi che si tratta di affermazioni che alla fine vengono applicate sempre agli altri.
Dostoevsky (o come lo vogliate scrivere) è stato un maestro, ma lo hanno ascoltato nel momento sbagliato…
Un sorriso.
P.S. Il problema è appunto la percezione della statistica. Il cervello umano non è in grado di elaborare (ovvero di utilizzare per prendere decisioni) numeri troppo complessi e finisce con il soggiacere a suggestioni e a pagare l’effetto “sabato del villaggio” solo che qui la domenica non è una delusione ma soltanto una illusione…. alla prossima
In realtà non conosco nessuno che davvero gioca sapendo coscientemente che perderà a lungo termine.
Eccomi qui, e con me tutta la mia famiglia e, sinceramente, tutte le persone che conosco.
@il più Cattivo: Tralasciando chi “investe” al casinò o in altri giochi tutti i propri risparmi (che comunque ci sono: purtroppo non sono tutti come vaaal e i suoi conoscenti!), dipende cosa intendi con “sapere”.
Uno può sapere le probabilità scarse di vincita eppure, ugualmente, giocare sperando di vincere. Similmente come può appassionarsi alle vicende di Amleto che vuole vendicare il proprio padre pur sapendo che quello che ha davanti è un attore che non deve vendicarsi di nulla.
In poche parole: devi illuderti di poter vincere, se no non ti diverti!
@Ivo Silvestro “Similmente come può appassionarsi alle vicende di Amleto che vuole vendicare il proprio padre pur sapendo che quello che ha davanti è un attore che non deve vendicarsi di nulla.
In poche parole: devi illuderti di poter vincere, se no non ti diverti!”. Succede una cosa simile quando si guarda alla Tv una partita della propria squadra del cuore: inconsciamente crediamo che il nostro coinvolgimento possa aiutare i nostri, possa sospingerli… soffriamo con loro, li aiutiamo, e infine esultiamo. Se ci fermassimo a pensare che comunque l’esito di certe partite di calcio non saranno influenzate dal nostro guardarle o meno, non le guarderemmo affatto. Senza illusione, immedesimazione, niente divertimento. Vale per l’Amleto, come per la Juventus.
A parte questo per il poster ti consiglio di andare su http://www.copia-di-arte.com/
Carissimo vaaal… cos’è… un outing di gruppo? 😉
Permettimi di chiederti soltanto se è una malattia ereditaria o è un contagio per prossimità. 😀
Soprattutto: E’ una condizione certificata o una autoconvinzione? E’ rappresentativa di felicità o sofferenza? 😉
Scherzi a parte il mio commento precedente si basava (come enfatizzato dal grassetto) sul concetto del “davvero”.
E’ forse una condizione matura chi si assume dei rischi (spero piccoli) non obbligatori sapendo che ciò gli porterà soltanto danni?
@ Ivo: Non so se l’esempio che porterò può essere vincente:
Io so che il fornello è caldo se ciò evita che io lo tocchi.
So che sembra Skinneriano… ma altrimenti ci si avviluppa in giri di coscienza, che comunque amerei approfondire…
P.S. per evitare fraintendimenti ho usato il termine matura in senso evoluzionistico (forse stazionario poteva rendere comunque l’idea).
Per vederla alla J.Diamond si potrebbe considerarla alla stregua dell’usare il “gippone” per portare i figli a scuola abitando in centro.
Evoluzionisticamente potrebbe essere considerata come una forma di “selezione sessuale” tipo coda di pavone (vedi Geoffry Miller) … ovvero perdo al gioco e dimostro di essere “superiore”…
Ma quello che mi sono sempre chiesto è chi ci crede “vale” la spesa????
Secondo me e’ davvero preoccupante il comportamento di questo governo, che ha recentemente liberalizzato le pubblicita’ del poker in televisione, ha buttato fuori una nuova lotteria all’indomani della vincita al supernalotto per il quale aveva martellato incessantemente sui TgUnici di regime. per me il gioco e’ una tassa iniqua sulla stupidita’ e la disperazione, ed uno Stato non dovrebbe farci soldi per finanziare le scuole; lo Stato dovrebbe solo garantire un minimo di vizio consentito, un miniumo di brivido, che gli permetta di sfogare la voglia di evasione della gente controllando il malaffare.
mi permetto di farmi pubblicita’; ho condensato alcune considerazioni che avevo scritto qui.
@tomate Ho letto cos’hai scritto nel link, ed in effetti mi hai anticipato su quella distinzione, secondo me dovuta, tra le lotterie in genere e i giochi d’azzardo come il Texas Hold’em. Se vuoi assumiamo anche che l’ignoranza sta alle prime come l’intelligenza ai secondi (ma in senso lato, rispetto al farne una professione) Devo aver letto da qualche parte di un’equipe di matematici che girava per gli Stati Uniti sbancando i casinò. Il gioco era blackjack. Poi li hanno presi ed arrestati perchè vorrei ricordare nei giochi di carte (Poker, Texas Hold’em, Blackjack ecc.) NON SI POSSONO CONTARE LE CARTE E FARE CALCOLI! E’ VIETATO. Assurdo d’altronde perchè trovo abbastanza difficile dimostare e accusare qualcuno di aver contato le carte rispetto ad una vincita. Lui potrà sempre dire “che vuoi, solo culo”.
@il più Cattivo: La tua ipotesi è interessante. Una sorta di selezione sessuale: se posso permettermi di sprecare soldi al casinò è perché ho molte risorse a disposizione, quindi sposatemi, sono un buon partito!
Sulla questione del sapere: penso ci siano diversi “test” che si possono fare per capire se una persona sa qualcosa, e il test “non acquistare biglietti della lotteria” (ammesso che sia un test valido…) non viene superato da alcune persone, che però ne superano altri (saper dire quali sono le probabilità di vincita).
@tomate: Il tuo è paternalismo – il che non significa che sia sbagliato, ma solo che assumi che all’immaturità delle persone debba sopperire qualcun altro.
@Zar: Per il poker e il Black Jack contare le carte non è semplice come possa essere tenere presente quanti assi siano già usciti a scopa – ho sei un androide, o qualche traccia oggettiva la lasci.
@ivo: troppobbuono….
La teoria in oggetto l’ho soltanto appresa da celebri darwinisti ed in fondo da Charles il grande stesso….
Comunque il concetto è esattamente quello da te espresso. Per dettagli gustosissimi (sto parlando di un capolavoro anche da un punto di vista letterario) rimando a
“http://www.anobii.com/books/Uomini,_donne_e_code_di_pavone/9788806157814/01d0a3b5d3f53935c4/” di Geoffrey Miller “Uomini, donne e code di pavone”.
P.S. : devo studiarmi i tag XHTML…. non sono sicuro di come creare un link….. 🙁
@il più Cattivo: Libro aggiunto alla lista dei desideri…
Ma sapete che ormai l’indotto del gioco d’azzardo in Italia è una delle principali entrate! è una delle prime industrie del paese!quindi significa anche posti di lavoro! e ben venga l’introduzione di nuovi giochi come del resto fanno da tanto tempo altri paesi! il gioco in Italia è partito solo dal 1994 grazie ad alcuni manager come Maurizio Ughi,Sturlese,Taricone, ecc. e dopo 17 anni si capisce che tipo di potenzialità economica è in grado di generare e il settore continuerà la crescita, e poi nessuno obbliga il cittadino al gioco! libero arbitrio: “concetto filosofico secondo il quale ogni persona è libera di fare le sue scelte!”
Luca
@Lorenzo: Direi che qualche dubbio sulla liceità del gioco d’azzardo c’è, se viene regolato dallo Stato e, come per l’alcol, c’è un avviso al giocare responsabilmente.
Verissimo! ma è meglio avere uno Stato che controlla, l’avvento del gioco d’azzardo regolamentato è riuscito ad eliminare il totonero, certo la questione morale è altro discorso!
Saluti