E’ un po’ come quella storiella, “se avessi la possibilità di tornare indietro nel tempo, uccideresti Hitler da piccolo, sapendo quello che ha fatto, ma che ancora non ha commesso?”
Il problema con Saddam, secondo me, è quello di essere stato l’attore di un processo farsa che aveva già stabilito la sua sentenza prima ancora che iniziasse; come sottolinei anche tu ricordando il capo d’imputazione
La sentenza era già scritta, ma non credo sia qui la differenza tra un vero processo e una farsa. C’è una interessante intervista ad Antonio Cassese del 20 ottobre 2005 (più di una anno fa!) che mostra le varie ombre del processo.
Che Saddam sia colpevole è, credo, fuori discussione. Mi piacerebbe però sapere di cosa è colpevole (le guerre contro il Kuwait e l’Iran sono reati o “normali” errori di un capo di stato? Quale è la pena per il reato di dittatura, ammesso che esista?), e questo, mi pare, non ci si è messi nella situazione di scoprirlo. Una occasione sprecata.
Una nazione dichiara guerra ad un’altra, vince la guerra, impianta un suo modello di stato (democrazia costituzionale) e processa l’ex capo di stato sconfitto. In seguito a un tempo processuale irrisorio, e sottolineo: irrisorio, tale capo di stato viene condannato a morte (tra l’altro sottolineerei il materializzarsi di tale senteza pochi giorni prima delle elezioni di MIDDLE TERM e tra l’altro con una delle morti più coreografiche che si possano comminare). A questo punto concluderei che non si tratta di PENA DI MORTE, bensì di una comune uccisione in guerra, come ce ne sono molte in ogni guerra che si rispetti.
“(…) ogni guerra che si rispetti”.
Che definizione… curiosa.
Il breve riassunto degli eventi che fornisce mugnolo è, direi, corretto nella sostanza ma completamente errato nella forma:
le guerre non vengono dichiarate da almeno 60 anni;
la democrazia costituzionale non è stata impiantata dall’alto, ma se la sono costruita gli iracheni;
a processare Saddam è un tribunale iracheno;
il processo non è ancora finito, quindi è prematuro parlare di tempi processuali;
la guerra (non dichiarata) è finita da un pezzo, quindi la condanna non c’entra nulla con essa.
Forse è una uccisione in guerra; di sicuro non è una comune uccisione in guerra.
E’ un po’ come quella storiella, “se avessi la possibilità di tornare indietro nel tempo, uccideresti Hitler da piccolo, sapendo quello che ha fatto, ma che ancora non ha commesso?”
Il problema con Saddam, secondo me, è quello di essere stato l’attore di un processo farsa che aveva già stabilito la sua sentenza prima ancora che iniziasse; come sottolinei anche tu ricordando il capo d’imputazione
La sentenza era già scritta, ma non credo sia qui la differenza tra un vero processo e una farsa. C’è una interessante intervista ad Antonio Cassese del 20 ottobre 2005 (più di una anno fa!) che mostra le varie ombre del processo.
Che Saddam sia colpevole è, credo, fuori discussione. Mi piacerebbe però sapere di cosa è colpevole (le guerre contro il Kuwait e l’Iran sono reati o “normali” errori di un capo di stato? Quale è la pena per il reato di dittatura, ammesso che esista?), e questo, mi pare, non ci si è messi nella situazione di scoprirlo. Una occasione sprecata.
Una nazione dichiara guerra ad un’altra, vince la guerra, impianta un suo modello di stato (democrazia costituzionale) e processa l’ex capo di stato sconfitto. In seguito a un tempo processuale irrisorio, e sottolineo: irrisorio, tale capo di stato viene condannato a morte (tra l’altro sottolineerei il materializzarsi di tale senteza pochi giorni prima delle elezioni di MIDDLE TERM e tra l’altro con una delle morti più coreografiche che si possano comminare). A questo punto concluderei che non si tratta di PENA DI MORTE, bensì di una comune uccisione in guerra, come ce ne sono molte in ogni guerra che si rispetti.
“(…) ogni guerra che si rispetti”.
Che definizione… curiosa.
Il breve riassunto degli eventi che fornisce mugnolo è, direi, corretto nella sostanza ma completamente errato nella forma:
Forse è una uccisione in guerra; di sicuro non è una comune uccisione in guerra.