Non capisco la retorica della lentezza, quella per cui basta appiccicare uno “slow” – o un “lento” se l’inglese è proprio inutilizzabile – davanti a un concetto per renderlo buono.
Una breve ricerca su internet porta alla scoperta – oltre del classico “Slow Food” – anche di Slow Gardening, Slow Money, Slow Parenting, Slow Travel, Slow Art, Slow Media, Slow Fashion, Slow Science, Slow Education, Slow Church e persino la Slow Medicine.
Non rimpiango i tempi in cui si trovava “un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia”1 e sono sicuro che molte di queste iniziative sono meritevoli.
Ma perché devono presentarsi come “slow”?
- Già, per Marinetti – almeno nel 1909, anno del Manifesto del futurismo – l’automobile era maschile, non femminile. [↩]
Perché “lento” fa il paio con “meditato”.
Sarò anche antiquato, ma quello che non sopporto del web è la velocità con la quale gli argomenti si susseguono e si esauriscono, senza che nessuno avverta l’esigenza di fermarcisi sopra un po’ di più o di ripercorrere vecchi treat abbandonati troppo frettolosamente.
Tale uso sottende il desiderio di contrastare l’ejaculatio praecox con altri mezzi.
@lector: ovviamente c’è anche quello, lo slow web movement.
Il che mi va bene se è lento perché meditato (ma poi dipende: le informazioni sul traffico sul sito dell’autostrada le voglio veloci, non meditate). Ma appunto, il valore non è la lentezza, ma la ponderatezza.
@luca massaro: come sopra: la lentezza è un valore in sé o perché rende più interessante il sesso?
Beh, la lentezza è un valore relativo e non assoluto, così come la velocità. Ed è chiaro che l’uso del termine “slow” sottende, in sé, una critica (più o meno risentita) al “fast” che la contemporaneità impone. A naso, chi usa il termine “slow” è un assertore della decrescita.
Non sono sicuro per la decrescita; trovo più probabile una connessione tra amore per la lentezza e la nostalgia per il passato.
Comunque, ho i miei dubbi che sia proprio un valore, la lentezza. Credo piuttosto che sia un indice, un segno della eventuale presenza di altri valori come la calma, l’accuratezza, la qualità eccetera.
A parità di tutte le altre condizioni, preferisci qualcosa tra un minuto o tra un giorno?
Non mi ricordo in quale film, una donna affermava di saper riconoscere gli uomini che fan bene l’amore da come bevono il caffè.
Quelli mediocri, lo tracannano giù in un colpo solo, dando l’impressione di neppure gustarlo.
Quelli bravi, prima ci mettono lo zucchero, poi lo mescolano per bene col cucchiaino, dopo ne sorseggiano un poco, poi un altro po’ e solo infine ne bevono con soddisfazione l’ultimo sorso alla giusta temperatura.
Una metafora che si presta bene anche per l’argomento di questo post.
Anche se convengo che il termine “slow” è solo una metafora e va usato in maniera appropriata, poiché ovviamente l’abuso ne svilisce l’efficacia.
@Lector: il film è “il corpo della ragassa” tratto dal libro di Gianni Brera.
@–>Jabberwock
Grassie!