In questi giorni di celebrazioni per i cinquant’anni della missione Apollo 11, un pensiero mi arrovella.
Perché “siamo andati sulla Luna”?
Notate le virgolette: non mi sto chiedendo i motivi che hanno spinto gli Stati Uniti a creare il programma Apollo – la storia più o meno la conosciamo tutti: fondamentalmente per umiliare i sovietici – ma i motivi che mi fanno affermare che noi1 siamo andati sulla Luna e che non è tutta una montatura, un complotto, un un inganno.
Intendiamoci: non ho dubbi che cinquanta anni fa Neil Armstrong abbia davvero posato il piede sulla superficie lunare. Ma perché non ho dubbi? Non ero ancora nato – come del resto, spannometricamente, l’80% della popolazione mondiale attuale –, non ho particolari competenze storiche o aerospaziali, neppure ho mai conosciuto qualcuno direttamente coinvolto con il programma Apollo.
Gli argomenti a favore mi paiono più convincenti di quelli (alcuni davvero strampalati) contrari, ma la mia è la valutazione di un inesperto.
Insomma, gira e rigira è questione di fiducia: mi fido di più di chi dice che ci siamo stati.
- Noi esseri umani, intendo. [↩]
Noi umani statunitensi e nazionalisti intendo. Mi sfugge una questione: se erano ossessivamente in competizione con i russi, ecco, cosa dicono i russi a riguardo?
La partita è valida?
Non sono esperto, ma la versione ufficiale è che all’Urss non interessava la conquista della Luna – in realtà avevano un programma lunare che però fallì e fu tenuto segreto.