Ciò che distingue l’umanità dal resto degli esseri viventi è la ragione, come vuole la antica ma sempre valida definizione dell’uomo come “animale razionale”.
Ovviamente si ritiene che ciò sia vero solo per gli uomini adulti: solo a partire dalla maggiore età, o lì intorno, vi è la razionalità, prima no. Il bambino è un adulto incompleto, e a mancargli è, tra le altre facoltà, anche la razionalità. A riprova di ciò, il fatto che non è possibile condurre conversazioni serie con i bambini, i cui discorsi sono spesso sconclusionati e slegati alla realtà.
La razionalità è, insomma, una acquisizione lenta e faticosa, non un dono immediato.
Il centro del problema è quindi la domanda: cosa è la razionalità? Cosa dobbiamo intendere con questo concetto?
A voler cercare definizioni rigorose, la razionalità è la validità dei ragionamenti.
Un ragionamento può tuttavia essere valido senza per questo essere necessariamente corretto. Se ad esempio diciamo “L’attuale re di Francia non ha capelli in testa, quindi è calvo”, la nostra argomentazione è indubbiamente valida, e tuttavia non è corretta, dal momento che in Francia non c’è alcun re.
La logica, scienza rigorosa, ci permette di verificare la validità di un ragionamento. Più complicata è la verifica della correttezza di una argomentazione, dal momento che dipende da numerosi fattori. In ultima analisi, un discorso è corretto se vi è una comunità disposta a riconoscerlo come tale.
Per quanto riguarda la correttezza, non ci possono essere molti dubbi: il comportamento di un bambino non è e non può essere corretto, dal momento che nessuna comunità di uomini adulti lo può accettare senza riserve. Viceversa i discorsi di un adulto, salvo aberrazioni, saranno sempre corretti.
Rimane invece aperta la questione della validità, che non dovrebbe dipendere da considerazioni sociale ma da obiettivi fatti logici. Rimane insomma aperta la questione della razionalità.
A voler condurre una analisi approfondita, si arriverebbe a dimostrare che in realtà l’irrazionalità è peculiarità più degli adulti che dei bambini.
I ragionamenti di un bambino sono cioè logici e razionali, solo che non sono corretti in quanto un bambino non conosce ancora, non ha interiorizzato le consuetudini e le pratiche degli adulti. I ragionamenti di un adulto, invece, sono spesso illogici e irrazionali, ma ben inseriti negli abiti sociali.