Questo non è un articolo a favore o contro l’energia nucleare: personalmente non ho particolari preclusioni verso questa forma di produzione di energia, volendo mi andrebbe anche bene avere una centrale nucleare dietro casa – ma mi rendo conto che lo dico abitando in un posto dove, per caratteristiche geografiche, a nessuno verrebbe in mente di costruire una centrale di qualsiasi tipo – ma non conoscono abbastanza bene l’argomento per esprimermi e capire quanto abbia senso oggi investire nel nucleare.
Non lo conosco abbastanza bene anche perché è difficile informarsi: l’argomento è, scusate il termine abusato, divisivo. In altre parole: ci si litiga un sacco e trovare argomentazioni e informazioni neutre è un casino. Il nucleare non è certo l’unico tema simile, ma mentre per quanto riguarda OGM e crisi climatica mi sono fatto quella che ritengo essere un’opinione informata, sul nucleare non ci sono (ancora?) riuscito.
Proprio di questo parla questo articolo: della qualità dell’informazione. Lo faccio innanzitutto segnalando un interessante articolo di Silvia Kuna Ballero su Radar: Perché è così difficile associare nucleare e ambiente che si concentra sulla difficoltà di valutare costi e benefici del nucleare.
Poi, due cose che trovo abbastanza fastidiose dei sostenitori del nucleare e che ritrovo ad esempio in un video, peraltro ben fatto, di Cartoni morti che sta girando molto in questi giorni.
Il primo è che quando si parla di NIMBY (Not In My Back Yard, quelli che andrebbe bene fare una cosa ma non vicino a casa mia) è un problema di ignoranza ed egoismo delle persone per quanto riguarda le centrali nucleari ma, per eolico e solare, si tratta di una difficoltà che rallentano la costruzione di futuri impianti.
Il secondo è l’accusa di opportunismo: i contrari approfittano di incidenti come Černobyl’ o Fukushima per bloccare il nucleare; invece i favorevoli non approfittano di nulla, mentre insistono sulle centrali durante una crisi energetica – che una nuova centrale nucleare può aiutare a risolvere tanto quanto iscriversi a scuola guida può aiutare ad arrivare al lavoro uno che ha appena perso il bus: potrebbe essere una buona idea, e certo bisogna ragionare sul lungo periodo, ma il tempismo è lo stesso di chi critica il nucleare dopo Fukushima.