Il governo vuole varare una tassa sulla pornografia.
Tutto quello che so della proposta proviene da un articolo del Corriere della Sera: “Libri, cinema, tv: torna la porno-tax“.
Il decreto del Consiglio dei ministri riassume cosa si intende per porno: giornali e riviste specializzate, compresi dvd e materiale allegato e «ogni opera letteraria, teatrale e cinematografica, audiovisiva o multimediale, anche realizzata o riprodotta su supporto informatico o telematico in cui siano presenti immagini o scene contenenti atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti».
Il decreto riguarda, quindi, gli atti sessuali espliciti, non simulati e tra adulti consenzienti.
Un attore di fede cattolica potrebbe sostenere, citando i discorsi del Papa, che il vero sesso si ha solo in presenza dell’agape, e dal momento che lui non era “agapato” durante la recitazione, si trattava di atto simulato e pertanto esentasse.
Ma il vero problema si ha, secondo me, con le opere letterarie. È possibile sostenere che i protagonisti di un romanzo o di un fumetto siano consenzienti e non stiano simulando? E che dire dei cartoni animati?
Infine: lo stupro non è perseguibile d’ufficio (art 609-septies del codice penale) e la denuncia deve avvenire entro sei mesi dal fatto1. Se io sostengo che l’attrice non era consenziente ma non ha denunciato lo stupro e, in ogni caso, son passati più di sei mesi dalle riprese, posso non pagare la tassa?
- Non sarebbe male estendere questo limite, indipendentemente dalla tassa sul porno. [↩]
Perché il tag “Pensieri inutili”? Semmai inutile è il pensiero di chi ha concepito questa proposta di legge.
@Joe Silver: “Pensieri inutili” è la rubrica nella quale metto le riflessioni brevi e un po’ stupide, come questa. Che poi questa rubrica si possa anche applicare alle proposte di legge, è un piacevole caso di serendipità 😉