La filosofia, come qualsiasi altra impresa razionale, non ha bisogno né di santi, né di eroi. In filosofia ci sono ragionamenti e dimostrazioni. Gli esempi, se ci sono, servono ad illustrare questi ragionamenti.
Una teoria non ha bisogno di eroi, di uomini che si sacrificano, per essere vera. Una teoria è diversa dalle sue manifestazioni, non dipende da essa.
Lo stesso non vale per la verità rivelata: la manifestazione deve esserci, e deve essere il più vera e completa possibile.
Il 22 giugno 1633 Galileo abiurò, ma la suo gesto non ha confutato l’eliocentrismo, non ne ha intaccato la verità, perché questa risiede in prove e ragionamenti. Se Gesù, nell’orto degli ulivi, fosse semplicemente scappato all’avvicinarsi dei romani, oggi il Cristianesimo non esisterebbe, non avrebbe una sua verità.
Chi invoca santi ed eroi non intende condurre un discorso razionale, non vuole dimostrare nulla. Si rivolge al cuore, non alla testa delle persone.
In questi casi, converrebbe sempre chiedersi se il suo discorso vuole semplicemente offuscare la mente oppure mostrare quello che la testa, da sola, non può cogliere.