Il darwinismo non è altro che una scienza sociale (social theory) del diciannovesimo secolo, come il marxismo e il freudismo: questa è la tesi di Steve Fuller, sociologo statunitense sostenitore dell’Intelligent Design:
Darwinism is an undead 19th century social theory.
È bene evidenziare che per Fuller non afferma che il darwinismo assomigli a una scienza sociale o sia nato grazia all’apporto di una qualche scienza sociale o che abbia influenzato le scienze saociali: secondo lui il darwinismo è una scienza sociale a tutti gli effetti.
Che cosa accomuna marxisti, freudisti e darwinisti?
Il darwinismo, in realtà, non è differente dal marxismo e dal freudismo nell’usare i suoi concetti come strumenti retorici per associare delle cause profonde e misteriose a fenomeni intuitivamente chiari .
Indeed, Darwinism is really no different from Marxism and Freudianism in using its concepts as rhetorical devices for associating intuitively clear phenomena with rather deep and mysterious causes.
In base allo stesso criterio, anche la fisica è una scienza sociale o social theory: la caduta dei gravi è un fenomeno intuitivamente chiaro al quale la fisica associa una causa “profonda e misteriosa” come la forza gravitazionale.
Più interessante la seconda parte dell’articolo, nella quale Fuller affronta i pastafariani, una sorta di versione satirica dell’Intelligent Design, riconoscendo loro il merito di sollevare un aspetto molto importante: la natura di Dio:
[L]’Intelligent Design avrà bisogno di una teoria scientifica di Dio – quello che la teologia dovrebbe essere. In altre parole: una teoria dell’Intelligent Design che voglia essere convincente deve fornire motivi razionali per credere nell’esistenza del Dio.
But this in turn means that ID will need to be more forthright in advancing scientific theories of God – what ‘theology’ ought to mean. In other words, a persuasive intelligent design theory should provide rational grounds for believing in the existence of God.
Fornire motivi razionali per credere nell’esistenza di Dio. In bocca al lupo.
Non ho mai letto una tale marea di vaccate tutta insieme; credo che ogni riga contenga affermazione errate, spurie o in mala fede. Già il fatto che cominci con First, stripped of its current scientific scaffolding mi sembra un approccio da straw man quale non si è mai visto. Se poi consideriamo il fatto che
1) nel Diciannovesimo secolo ben pochi accettavano la teoria dell’evoluzione per selezione naturale, e contestavano proprio il meccanismo, tanto che la scoperta del mendelismo all’inizio del Ventesimo secolo fu un grave ostacolo a Darwin.
2) Posso capire le deep and mysterious causes nel caso del “freudismo”, forse anche per il marxismo, ma che ci siano anche nell’evoluzione è ridicolo. Anche perché questo fa finta di non sapere che dagli Anni Trenta ad oggi il darwinismo è cambiato totalmente. Proprio con la scoperta di cause che sono tutte meno che deep and mysterious, a meno che non consideri tali le cause delle mutazioni.
Molto più interessante la parte finale in cui parla dell’articolo di Byrne sul Boston Review.
Spero di sviluppare un pensiero (oddio, pensiero…) un po’ più articolato sul mio blog.
@Marco Ferrari: Temo ci sia di peggio, quanto a vaccate. Purtroppo.
@Ivo Non so, ho letto un po’ delle opinioni degli evoluzionisti su questo Fuller e sembrano tutte uniformemente negative, ma molto negative. A me il pezzo non è piaciuto affatto, ma è solo la mia opinione.
Marco
@Marco Ferrari: Io leggo Uncommont Descent con lo stesso spirito con cui leggo un racconto di fantascienza: per divertirmi. Apprezzo le trovate originali e ben scritte, e in questo senso questo articolo di Fuller mi è molto piaciuto: sostenere che il darwinismo sia una scienza sociale (!) come il marxismo e il freudismo… insomma, non è da tutti.
Certo, se penso che per lui è scienza e non fantasia… ecco, in questo caso il mio giudizio è molto negativo come il tuo.