Conoscete la teoria dei sei gradi di separazione? Così la definisce Wikipedia:
La teoria dei sei gradi di separazione è un’ipotesi secondo cui qualunque persona può essere collegata a qualunque altra persona attraverso una catena di conoscenze con non più di 5 intermediari.
A quanto pare la teoria ha avuto diverse conferme empiriche.
Matematicamente parlando, è verosimile: 446 è uguale a 7256313856, superiore al numero di abitanti della terra, e credo che anche un eremita, nella sua vita di isolamento, sia entrato in contatto con più di 44 persone. Certo, 44 persone che non siano precedentemente entrate in contatto, il che è facile nei primi livelli, difficile negli ultimi – supponendo (in maniera del tutto arbitraria) che ad ogni livello il numero di conoscenze inedite dimezzi, occorre partire da circa 250 amici per arrivare alla stessa cifra. Più difficile, ma non impossibile.
Sarebbe inoltre interessante sapere che cosa si intende, qui, con conoscenze, che è un termine meno impegnativo di “amico”, ma andrebbe comunque definito: il compagno di classe delle elementari, mai più incontrato dopo l’ultimo anno, vale come conoscenza? E un tizio con cui si è amabilmente chiacchierato durante un lungo viaggio in treno ma da allora mai più visto? E il ragazzo che incontro tutti i giorni sul treno ma con il quale non ho mai scambiato una parola?
In ogni caso: è così importante sapere che tra me e un qualsiasi altro individuo sulla terra ci sono al massimo sei conoscenze comuni? È davvero emozionante sapere che tra me e Barack Obama ci sono al massimo sei livelli di conoscenze?
Amicizie e conoscenze sono essenzialmente utili per due cose.
La prima è l’intrattenimento reciproco, nome pomposo per il fare quattro chiacchiere bevendo qualcosa. Il numero di livelli è, in questo caso, ininfluente: ci sono colleghi e parenti (I livello) insopportabili come persone quasi sconosciute (dal IV livello in poi) con cui è molto gradevole chiacchierare.
L’altra cosa alla quale servono gli amici è farsi prestare soldi. Adesso, immaginate di ricevere la seguente telefonata:
Ciao, non ci conosciamo direttamente, ma un tuo compagno di classe delle elementari una volta è rimasto bloccato in ascensore con il cognato del capoufficio di un cugino di secondo grado del mio professore di religione di seconda media. Mi presti 50 euro?
Voi cosa fareste?
“Giusto tu: il nipote del postino di quello che ha venduto la casa al giornalaio di tua nuora mi deve ancora 100 euro. Ma sono buono, facciamo che siamo pari così.”
Ma non dovrebbe funzionare così… Io chiedo 50 euro al mio diretto conoscente, lui non li ha e li chiede al suo conoscente, e così via. In sei passi la richiesta dovrebbe arrivare al più ricco del mondo, che magnanimamente decide di privarsi di pochi miseri spiccioli.
@Lopo: Mi è andata bene 😉
@zar: D’accordo, ma come fai a sapere quale è la serie giusta che ti porta a Warren Buffett e non finire, invece, a chiedere 50 euro a uno di questi broker?
Uh, bella domanda. L’unica risposta che mi viene in mente è una specie di “ping”. Domandi ai tuoi conoscenti “chi conosce il più ricco del mondo”? E poi aspetti la risposta.
@zar: potrebbe funzionare – se i livelli sono pochi. Perché la domanda: “conosci un uomo ricco” funziona, “conosci qualcuno che può conoscere un uomo ricco” ancora ancora, ma “conosci qualcuno che può conoscere qualcuno che conosce un uomo ricco” inizia a diventare vagamente insensato…
Insomma, metodi semplici per avere 50 euro non ce ne sono 🙁
Ah, ok, io pensavo a un “ping” universale: tutti chiedono a tutti se conoscono il più ricco del mondo. Poi quando uno dei conoscenti arriva al più ricco del mondo, si torna indietro. Un grande spreco di banda 🙂