Breve aggiornamento, risalente a un mese fa, sulla vicenda dell’ex vicesegretario:
Tutto da rifare. Il Consiglio di Stato ha dato torto al Municipio di Rovio: l’ex vicesegretario comunale di Lamone, condannato l’anno scorso a 24 mesi di carcere sospesi, per essersi appropriato di 540 mila franchi tra il 2001 e il 2007, non potrà lavorare in cancelleria a Rovio come contabile.
È stato accolto il ricorso presentato da ventitré cittadini sulla nomina decisa dal Municipio. Il 18 gennaio di quest’anno l’esecutivo aveva pubblicato un bando di concorso per l’assunzione di un nuovo “segretario/funzionario al 100%”. E nel bando c’era scritto che il candidato doveva dimostrare di avere una condotta irreprensibile. Nonostante questo, su una trentina di candidati è stato scelto proprio l’ex vicesegretario di Lamone. Una decisione presa dal Municipio perché l’ex vicesegretario ha presentato l’estratto del casellario giudiziale immacolato. E questo perché quando è stato richiesto la sentenza non era ancora stata pronunciata.
«Determinante – recita la decisione del Consiglio di Stato anticipata ieri da Radio 3iii – non è il contenuto dell’estratto ma la situazione reale del candidato; l’estratto è infatti unicamente un documento atto a comprovare, in linea di massima, quanto affermato dal candidato, nondimeno, a far stato è la situazione reale dello stesso».
Tratto da laRegioneTicino del 7 giugno 2011, pagina 24.
Sembra quindi che le ragioni della mancata assunzione non siano riconducibili a una sorta di “punizione oltre la legge” ma, più banalmente, al mancato soddisfacimento dei requisiti.
Interessante comunque il concetto di “situazione reale del candidato”, da intendersi al di là dei certificati e degli estratti del casellario giudiziale. Interessante perché sembra un concetto chiaro e ben definito, ma in realtà può voler dire tutto e niente.