Freeman Dyson ha scritto un bell’articolo per la New York Review of Books: Our Bioetech Future.
Cercando di riassumere in poche righe un articolo di una decina di pagine, Dyson propone una analisi delle tanto temute biotecnologie basandosi su un confronto con le altre tecnologie, ad esempio l’informatica.
La paura di HAL9000, il computer impazzito di 2001: Odissea nello spazio, viene superata quando i computer hanno cessato di essere presenti nei laboratori e nelle sedi delle grosse aziende e sono finalmente entrati nelle nostre case.
Similmente, Dyson prevede che parte dell’attuale diffidenza verso le biotecnologie finirà quando esse entreranno nelle nostre case permettendoci, ad esempio, di “disegnare” piante e animali in base alle nostre esigenze.
Il passaggio dalla tecnologia grigia, che si basa su fisica e chimica, alla tecnologia verde, che si basa sulla biologia e non ha nulla a che fare con gli ambientalisti, avrà conseguenze positive. Sarà ad esempio possibile progettare piante in grado di effettuare la fotosintesi in maniera più efficiente, risolvendo molti problemi energetici e ambientali, e le zone rurali non saranno più svantaggiate rispetto alle città.
Dyson non nasconde le difficoltà e gli eventuali problemi che potrebbero sorgere: le biotecnologie possono anche essere pericolose, ed è giusto e doveroso studiare bene le conseguenze a lungo termine e dotarsi di leggi severe e precise per evitare gli eventuali pericoli. Ma la strada è quella.
Freeman Dyson è nato il 15 dicembre 1923: molto probabilmente non vedrà realizzarsi nessuna di queste profezie.
La diffusione capillare e domestica delle biotecnologie quasi certamente si avvererà; magari progettare un nuovo tipo di fiore non sarà alla portata di tutti (esattamente come oggi non è alla portata di tutti sviluppare una applicazione per il proprio computer), ma sicuramente la creazione di nuove specie non sarà appannaggio delle grosse aziende.
Sulla fine della povertà rurale e la soluzione dei problemi ambientali, la previsione di Dyson sembra più un sogno che una realtà. Ne è perfettamente conscio anche lui, del resto:
I say only that green technology has enormous promise for preserving the balance of nature on this planet as well as for relieving human misery.
La tecnologia verde è una promessa, e le promesse non sempre si riesce a rispettarle.
Grazie a La frase migliore che ho letto oggi per la segnalazione dell’articolo.