Su questi temi rifiuto il termine ‘testamento biologico’, infelice tanto dal lato del sostantivo poiché la vita non è un bene patrimoniale cui solo si applica il concetto di testamento, quanto dal lato dell’aggettivo in quanto la vita umana eccede l’elemento biologico.
Vittorio Possenti, Vita, disporne liberamente, il Foglio, 15/12/2008
Ferrara dice una sciocchezza parlando di “svolta radicale”.
Mi riferisco all’articolo linkato, non all’estratto che posti.
C’è un manifesto per la bioetica del PD, stilato anche da Possenti, Da Re e Vigna nel 2007: era così bellino che quasi pensavo di votarli.
( Purtroppo, c’era il PD di mezzo. 😀 )
L’idea era la medesima: la ragion politica è pubblica e i diritti sono ragion politica.
Hanno però largo corso tesi sull’indisponibilità o sacralità della vita, espressioni sinonime che concepiscono la vita come un “bene”.
In questo non si discostano dalla linea “io sono padrone della mia vita”.
Ora, a parte il fatto che non ha alcun senso reputare la vita un bene, ciò è inargomentabile in termini pubblici e “laici”.
Ma la politica e i diritti devono per natura essere costruiti secondo concetti coglibili da un cittadino, non da un credente.
Se questo è impossibile, la tesi è falsa.
Ma tutto questo io lo sento da anni e anni.
Lo sento dal docente portavoce della Cei, dall’eticista cattolico, da tizio e da caio: tutti a ribattere che la “sacralità della vita” non ha senso e probabilmente non è compatibile con il cattolicesimo.
Non sono la parte più giornalisteggiata del cattolicesimo, ma diamine! mica sono quattro gatti!
La gente si sveglia adesso?
@eno: Che Ferrara dica un sacco di sciocchezze io lo affermo da tempo 😉
Io ho come la sensazione che dietro questo testo (in larga parte condivisibile) ci siano dei “regolamenti di conti” e altri giochi che mi sfuggono.
Regolamenti di conti a livello editoriale, partitico o tra “intellettuali”, è probabile.
Il documento sulla ragion pubblica e sulla bioetica era stato discusso da Ferrara medesimo sul Foglio. Una analisi critica per altro molto bella e dettagliata e Ferrara non l’ha dimenticata.
Ci sarà in effetti una piccola svolta, ma dovuta al fatto che un giornale dia rilievo alle tesi di possenti, non alle tesi in sé.
Regolamenti di conti a livello di “establishment cattolico” non penso.
Ho udire Possenti sostenere cose analoghe a un convegno della diocesi di trieste tre anni fa. E’ stato quasi linciato dai presenti- troppo rigido e legata alle “grandi verità” [ SIC! ] – , ma non dal vescovo.
C’è un’ultima possibilità.
Mancavano venti minuti all’avvio delle rotative e Ferrara ha improvvisato con un po’ di repertorio.
Queste spiegazioni, sai quanto spesso ci azzeccano? 😀
@eno: L’ultima ipotesi, in effetti, è molto suggestiva e maledettamente verosimile per chiunque abbia almeno una volta partecipato a una riunione redazionale.