Se io fossi un contadino o un artigiano dell’inizio del nono secolo e vivessi in un piccolo villaggio, come e quando sarei venuto a conoscenza, ad esempio, della morte di Carlomagno, dell’elezione di papa Stefano IV o della vittoriosa spedizione di Egbert del Wessex contro i gallesi?
Adesso vengo a conoscenza di questi fatti da Wikipedia: ma all’epoca?
all’osteria dal viandante di turno, al mercato dal carretto di turno, alla festa di paese dal menestrello di turno, scambiando due convenevoli col nuovo ufficiale (di turno), insomma, un gioco a turni
Adesso vieni a conoscenza di questi fatti dalle news dei siti Web, se ti informi con costanza e regolarità, oppure (appunto) da Wikipedia, se ti perdi qualcosa e lo riscopri poi, quando ti serve e lo cerchi.
11 secoli fa, nei panni di un contadino o di un artigiano di campagna, non avresti saputo quasi nulla e del resto poco ti sarebbe interessato, la tua vita essendo fatta quasi solo di fatica, servitù, adesione ai ritmi della natura. Qualcosa sarebbe filtrato attraverso le prediche domenicali in chiesa, ma poco anche lì perché il prete di campagna non sarebbe stato messo molto meglio di te. E qualcos’altro, come rileva Francesco, ti sarebbe arrivato nelle occasioni di socializzazione (osteria, mercato, feste).
Comunque tutto in maniera incerta, deformata rispetto alla realtà, con enorme ritardo rispetto ai fatti. E, soprattutto, tu non avresti avuto gli strumenti culturali per valutarne l’importanza.
a quei tempi ti interessava solo se moriva il tuo signorotto locale. (sì, il signorotto poteva chiederti più tasse per fare il regalo per il nuovo imperatore; ma anche ammesso che si degnasse di dirti la ragione, come potevi essere certo che fosse davvero quella la ragione?)
Non sottovaluterei la capacità informativa del passaparola attuato soprattutto tramite i mercanti. i pellegrini e i trovatori cortesi, come neppure la curiosità del villico nei confronti di quelle notizie, sicuramente deformate, che lo facevano tuttavia partecipe d’un mondo più ampio del suo, sollevandolo un po’ dalle fatiche del quotidiano.
Studi recenti hanno peraltro assai rivalutato il grado d’informazione a cui poteva attingere l’uomo comune del Medioevo.
viking-pedia
@Francesco Varrato: Sarebbe interessante capire quanto veloce è affidabile è questo passaparola…
@Marco Cagnotti: Non sottovaluterei la curiosità e l’intelligenza umana anche nei cosiddetti secoli bui…
Certo la situazione era diversa, non c’era la globalizzazione e sapere chi comandava in un altro paese era mera ‘curiositas’.
@puntomaupunto: Il signorotto locale d’accordo, ma il papa? Quanto ci metteva il prete ad aggiornare il nome del pontefice al quale pregare?
@lector: quali studi?
Visto su History Channel.
Non sempre si tratta di citazioni qualificate, ma in questo caso il documentario era di provenienza BBC e i medievalisti venivano quasi tutti da Cambridge.
Mi spiace non poter essere più preciso, ma la precisione costa e purtroppo non ho tempo di risalire alle fonti.
Ricordo che parlavano proprio del fondamentale ruolo dei mercanti nel medioevo come “media”.
P.S.
Fatalmente, non avevo ancora letto:
“Per questo motivo mi sentirei un po’ a disagio a citare un documentario, per quanto ben fatto, per sostenere una mia tesi, preferendo articoli o libri, anche se il potere comunicativo di un documentario è sicuramente superiore.”
Sono d’accordo con te, ma in questo caso non ho nulla di meglio e il documentario mi pareva attendibile.
@lector: Mi butterò sui siti della BBC e di History Channel. Grazie
sono abbastanza certo che studi sullo spreading di notizie tramite passaparola esistono, soprattutto modellizzati su network (recentemente anche network topologici, in cui cioè non sono solo le proprietà medie a contare ma pure quelle locali di distanza coi nodi vicini). Ora non so come mandarti link, sono sul bus… ma scommetto con Cartesio che esistono.
@Varrato: Penso che io che esistano, solo che non essendo esperto del settore mi affido all’onniscienza dei miei lettori 😉
Essendo io pieno di onniscie(me)nza, mi affido al dio trovatore google e tiro fuori un paio di risultati:
– http://www.comphys.ethz.ch/hans/p/425.pdf (Herrmann è un prof. molto bravo, spero l’articolo sia leggibile)
– http://163.180.21.191/~syook/reprints/PHYSCAA390_3989.pdf (lavoro interessante su modello scale-free networks)
– http://rsif.royalsocietypublishing.org/content/5/20/259.full (una review buona anche per “spreading of opinions and diseases on social networks”)
Negli articoli sopracitati si fa riferimento a varie tipologie di reti (noi umani saremmo i nodi, come esplicitato nel libro “L’atomo sociale” di Mark Buchanan) che dovrebbero cogliere l’essenza per-lo-meno qualitativa delle nostre interazioni. Però è vero che molto si punta alle scale-free networks, cioè reti con distribuzione logaritmica e quindi ovvero senza una scala precisa, quale è l’internet e, ancor prima, era probabilmente la rete postale, quella elettrica, ecc.
Comunque, siccome il mondo esisteva anche prima di internet, ecco una piccola chicca un po’ crackpot: http://www.cracked.com/article_19119_7-memes-that-went-viral-before-internet-existed.html
@Francesco Varrato: Grazie per i link, me li leggerò con calma…