Il 6 ottobre 1938 il Gran Consiglio del Fascismo vota la Dichiarazione sulla razza.
Un aspetto interessante di questa dichiarazione è l’appartenenza alla razza ebraica:
Il Gran Consiglio del Fascismo, circa l’appartenenza o meno alla razza ebraica, stabilisce quanto segue:
- è di razza ebraica colui che nasce da genitori entrambi ebrei;
- è considerato di razza ebraica colui che nasce da padre ebreo e da madre di nazionalità straniera;
- è considerato di razza ebraica colui che, pur essendo nato da un matrimonio misto, professa la religione ebraica;
- non è considerato di razza ebraica colui che è nato da un matrimonio misto, qualora professi altra religione all’infuori della ebraica, alla data del 1° ottobre XVI.
La definizione fa acqua da tutte le parti: il figlio di padre ebreo e madre tedesca è ebreo, mentre il figlio di padre ebreo e madre italiana no, purché si sia ricordato di andare a messa il 1º ottobre. Non è chiaro cosa sia il figlio di madre ebrea e padre tedesco.
Sarà vero che, come recita il primo punto del Manifesto della razza, «le razze umane esistono», però si tratta di una esistenza decisamente curiosa, se basta una messa per cambiare le cose.
Conviene ricordare anche queste curiose torsioni logiche, perché una logica così bizantina, che oggi può quasi far sorridere, è stata alla base di orrori indicibili.
tantopiù che l’ebraismo è a trasmissione matrilineare, se non sbaglio, quindi già il punto 2 è una forzatura tutta “italiana”
Il riferimento alla conversione al cattolicesimo come “salvezza” dalla leggi razziali dovrebbe far pensare molto sul fatto che il Vaticano avesse avuto un ruolo non indifferente nella stesura delle stesse.
Ciao Ivo. Alla base di tutti gli orrori indicibili vi sono torsioni logiche. Lo sapeva benissimo Fedro (o Esopo) quande scrisse “Lupus et agnus”.
Secondo Barhebraeus, un cronista siriano del d’origine ebraica del XIII secolo, il censimento di Claudio (41-54) stimò gli ebrei dell’impero in circa 8 milioni, cioé quasi un decimo della popolazione totale, di cui sono un terzo abitante in palestina. Di fatto, un cittadino romano su dieci era ebreo. Statisticamente parlando, è estremamente probabile che tutti noi oggi possiamo vantare in qualche modo un’ascendenza dalla gente del libro.
la purezza razziale val bene una messa
quello che mi ha sempre stupito del fascismo è l’imbecillità. Come tu dici, la definizione fa acqua da tutte le parti. Eppure fu scritta, stampata, e tanta gente ci ha creduto, o ha fatto in modo di far finta di crederci, per quieto vivere. E non erano tutti lobotomizzati.
Quanti orrori sono stati permessi per quieto vivere. Non c’è niente di peggio che lasciar passare avanti le imbecillità senza protestare, per quieto vivere. Ecco perchè ogni tanto ho la sensazione che si stia tornando a quei tempi…
formamentis: questa cosa del matrilineare non la sapevo, ma immagino che per gli estensori delle leggi razziali sia un particolare irrilevante…
Fabristol: Non so se sia una prova: penso che stia più che altro a indicare la natura “ibrida” degli ebrei, un po’ razza e un po’ religione.
lector in fabula: Questa non la sapevo… alla faccia della razza pura!
raser: è anche interessante che non sia contemplata la possibilità di non professare alcuna religione…
knulp: Come disse (più o meno) Bruno de Finetti:
Come spiega Cavalli-Sforza in “Chi siamo”, le differenze genetiche interne alla cosidetta razza ebraica sono maggiori delle differenze tra ebrei e non, cioè l’ebraismo è solo un fatto culturale.
ferrigno: Sì, avevo sentito anch’io che gli ebrei di una certa zona sono più simili agli abitanti di quella zona che ad altri ebrei.
È un altro esempio che mostra l’imbecillità di simili idee…
Però questa resta un’arma parzialmente spuntata contro il razzismo. I razzisti aggiornati oggi sostengono la superiorità di una cultura rispetto ad un’altra!
ferrigno: Beh, se il problema riguarda le culture, si può sempre discutere…