Il computer, inteso come personal computer, dovrebbe essere un elettrodomestico come tanti altri: il suo luogo è quello dei frigoriferi e dei forni a microonde. Ovviamente il discorso non vale per l’utente professionale, che utilizza il computer per lavoro.
Per usare il frigorifero non è necessario studiare il manuale, non ci sono corsi per congelare i cibi, e similmente le lezioni che considerano i forni a microonde insegnano, in generale, a cucinare. Le persone utilizzano tranquillamente i forni, i frigoriferi, gli aspirapolvere, le lavatrici e così via senza grossi sforzi di apprendimento, senza difficoltà particolari.
Per i computer non è così. Le difficoltà sono molteplici, come molteplici sono i corsi che insegnano, o almeno cercano di insegnare, l’utilizzo del computer agli utenti non professionali. Per quale motivo questa radicale differenza?
Indubbiamente perché i computer permettono di fare più cose di una lavastoviglie, e chiaramente questo comporta anche maggiori difficoltà di utilizzo. Ma il motivo non è solo questo.
Il vero problema è che, a progettare i computer, ci sono troppi ingegneri. Chiaramente nessuno è più adatto di un ingegnere per tutto quello che non si vede, come le tecnologie dei microprocessori e delle memorie, i protocolli di comunicazione, il modo di archiviare le informazioni nei dischi rigidi, eccetera. Ma nessuno è meno adatto di un ingegnere per tutto quello che invece si vede e con il quale l’utente di confronta: dai vari cavi che affollano i computer alla interfaccia grafica dei vari sistemi operativi. Purtroppo anche questa parte è spesso affidata agli ingegneri, con conseguenze tragiche per l’utilizzabilità.
Un ingegnere, e in generale un utente avanzato e professionale, cerca potenza, vuole poter controllare tutti o quasi gli aspetti del proprio lavoro, e per farlo è disposto a sacrificare la semplicità dei propri strumenti di lavoro. Una ambiguità, un termine poco chiaro, la mancanza di informazione non costituiscono di certo un problema per chi conosce bene il funzionamento dei computer, ma possono essere delle grosse difficoltà per chi invece non conosce la logica interna dell’informatica.
Quello che un utente avanzato ha voluto imparare per avere maggiore controllo sul proprio lavoro, non necessariamente deve essere conosciuto anche dall’utente normale, al quale non interessa avere il controllo che per il professionista è necessario.
I computer dovrebbero presentarsi nella maniera più semplice possibile, poche ed essenziali azioni subito accessibili: un sistema operativo che umilmente nasconde la propria potenza per mostrare la propria semplicità.
Il problema è che l’utente medio è affascinato dalla potenza e interpreta la semplicità come un difetto, non come un pregio. Preferisce dover studiare per avere uno strumento che crede migliore. E alla fine prevale la legge del mercato: i produttori forniscono quello che i consumatori chiedono, e visto che nessuno chiede la semplicità, ecco programmi sempre più complicati, che si presentano con un centinaio di comandi disponibili invece di lasciare l’area di lavoro il più pulita possibile.