Sogno e realtà sono, solitamente, due entità, due mondi distinti e contrapposti. Si sogna di notte e si vive la realtà di giorno. Solo pochi eletti, gli artisti, possono permettersi di sognare di giorno. Eppure anche questi creatori di sogni, i vari pittori, scultori, scrittori, poeti, mai si sognerebbero di mischiare il sogno e la realtà.
L’artista sa bene di creare una immagine, un simulacro di un mondo irreale. L’immaginazione è, appunto, la facoltà di creare di immagini, oggetti ibridi, che sono e non sono reali: sono reali perché sono qui, ma d’altra parte non lo sono in quanto la loro presenza indica un mondo che non esiste, che non c’è.
Ferdinand Cheval non era un artista, e non avrebbe capito granché di tutta questa riflessione sull’immagine come tramite dei mondi del sogno e del reale. Per il fattore di Hauterives, piccolo paese tra Lione, Grenoble e Valence, un sogno non è qualcosa di irrealizzabile, ma semplicemente di irrealizzato.
Cheval si è dunque messo al lavoro per fare quello che nessun artista avrebbe mai neppure pensato di fare: realizzare un sogno, trasportarlo nella realtà non in immagine, ma così com’è.
Il sogno che Cheval ha deciso di realizzare è quello di un palazzo ideale: un edificio perfetto e assoluto.
Dopo 33 anni di solitario e ostinato lavoro (pari a 10mila giorni e a 193 mila ore, come è possibile leggere su una delle facciate), il palazzo è terminato. Il sogno si è materializzato ed è ora possibile vedere e toccare il Palazzo Ideale del fattore Cheval, camminare all’interno di questo luogo magico e insolito.
Ogni facciata del palazzo, se di facciate è possibile parlare, è composta da centinaia di figure, statue e scritte in una sorta di arcaico e primitivo specchio del mondo e dell’umanità.
Il palazzo è talmente ricco che l’occhio si perde, ed è quasi impossibile osservare tutti i dettagli di questa incredibile costruzione.
Molti i personaggi raffigurati: su tutti, dominano tre imponenti figure sulla facciata nord: Cesare, il grande conquistatore romano, Vercingetorige, il grande difensore della Gallia, Archimede, il grande sapiente greco. Tra di essi, delle mummie egiziane.
Sulla facciata ovest possiamo trovare Eva tentata dal serpente, mentre sulla facciata sud sono raffigurati alcuni edifici: un tempio romano, la Casa Bianca, uno chalet svizzero, un castello medievale e un tempio indù. A un secondo e più attento giro, è possibile trovare anche la Grotta della Vergine Maria e Socrate, insieme a vasi e colonne, oltre che a strane palme e vari animali più o meno verosimili, come galli e cammelli.
Una componente essenziale del palazzo sono tuttavia le scritte, presenti più o meno ovunque.
È possibile leggere che «Dieu protège le génie», «Pout les hommes de bien / tous le peuples sont freres / notre devise à nous / est de les aimer tous», «Sur cette terre comme l’ombre nous passons sortis de la poussièrre nous y retournerons.».
A volte le scritte costituiscono una semplice indicazione di quello che è raffigurato; ad esempio, sotto le tre statue di cui si è detto prima, è possibile leggere: «Sous la garde des TROIS GEANTS j’ai place L’EPOPEE des HUMBLES courbes sous le Sillon».
Altre volte si riferiscono alla costruzione del palazzo: «L’hiver comme l’été / Nuit et jour j’ai marché / j’ai parcouru la plaine et le coteau / de[?] mem que le ruisseau / Pout apporter la pierre dure / Cisellée par la nature / C’est mon dos qui en a payé l’écot / J’ai toute cavé mem la mort // Le soir a la nuit close / quand le genre humain repose / je travaille à mon palais / De mes peines nuls [?] ne le saura jamais», «En créant ce rocher j’ai voulu prouver ce que peut la volonté.».
Dopo una visita al Palais idéal du Facteur Cheval, si ha l’impressione di essere stati in un piccolo museo progettato da Gaudì ospitante opere, tra gli altri, di Mirò, Giacometti, Picasso e Braque. Ma si ha anche la sensazione che quello che si è appena visto non è una semplice opera d’arte. E, in effetti, così è: Mirò e tutti gli altri artisti hanno usato l’immaginazione per produrre, appunto, una immagine, Cheval per produrre un palazzo reale, ideale ma comunque reale. Ed è per questo che visitare il suo Palais idéal è un’esperienza che non si può dimenticare tanto facilmente: non succede molto spesso di poter toccare con mano i sogni.